Nella popolazione adulta esistono varie modalità per definire la condizione fisica del soggetto secondo parametri riconosciuti dalla comunità scientifica, misure antropometriche più o meno ‘raffinate’ che includono ad esempio l’Indice di Massa Corporea (IMC), le circonferenze, le pliche, la bioimpedenziometria, etc. Molto spesso in ambito clinico è utilizzato l’IMC nei soggetti tra i 18 e i 65 anni, perché è facilmente applicabile e fornisce un’indicazione rapida della condizione fisica del soggetto facendolo rientrare in una delle categorie di sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità.
L’IMC si calcola attraverso questa formula:
IMC= Peso (kg) / [Altezza (m)]2
Come potete vedere basta avere i dati del peso e dell’altezza.
Il valore che ne risulta rientrerà in uno dei range stabiliti nel 1997 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella consultazione sull’obesità(1). L’OMS suddivide la popolazione in base all’IMC in individui sottopeso, quando il valore è inferiore a 18,5, normopeso quando il valore rientra tra 18,5 e 24,9, sovrappeso quando il valore rientra tra 25 e 29,9, obesi quando è superiore a 30. L’obesità si divide a sua volta in vari gradi di severità, quindi obesità di I grado, II grado, e così via.
Sicuramente non è l’unico parametro da considerare poiché non fornisce indicazioni tra la percentuale di massa magra e grassa e sulla loro distribuzione, quindi due persone con lo stesso IMC possono avere una condizione fisica molto diversa.
Proprio per questo motivo la valenza clinica dell’IMC come indice predittivo di rischi cardiovascolari è stata più volte messa in discussione. Come per ogni dato fisso deve essere contestualizzato, valutando la persona che si ha di fronte nella sua totalità e complessità. Capirete quindi che non ha senso allarmare un body-builder perché rientrante nella categoria del sovrappeso, quando la sua massa è costituita principalmente da muscolo.
Un valore maggiormente predittivo è fornito dalla circonferenza vita (2) e di conseguenza dal rapporto vita/fianchi. La circonferenza vita fornisce un’indicazione all’accumulo di adipe a livello viscerale, principale responsabile nel rischio di patologie metaboliche e cardiovascolari.
Al di sotto dei 18 anni come è possibile valutare la condizione fisica dei soggetti?
Nei bambini la categorizzazione non è così immediata in primo luogo perché spesso essi hanno una crescita diversificata nei tempi e quindi possiamo avere 2 bambini della stessa età ma di altezze molto diverse, dall’altro lato poiché la crescita in statura non ha un andamento lineare.
Nei bambini l’accrescimento esprime l’alternanza di fasi di proceritas e di turgor secondo Stratz (1904) (3). Nella prima si hanno modificazioni a carico principalmente del tessuto scheletrico con crescita in altezza, nel secondo a carico di muscolatura e tessuto adiposo.
Per ovviare a questo problema vengono utilizzate delle curve di crescita che aiutano ad individuare se il rapporto tra l’altezza e il peso del bambino sta rispettando un andamento regolare.
L’indice di massa corporea (IMC) è quindi utilizzato anche nei bambini, tuttavia non dobbiamo paragonarlo ai range definiti precedentemente per gli adulti, ma individuare dove si colloca all’interno della tabella della curva di crescita che riporto, che si differenzia nel sesso maschile e femminile.
Per valutare in quale classe di peso il bambino rientra vengono utilizzati i percentili, che indicano con che percentuale quel dato valore di IMC si osserva nella popolazione della relativa età. In parole semplici se un bambino di 13 anni risulta avere un percentile del 25% vuol dire che nella fascia di età dei 13 anni il 25% della popolazione risulta avere il suo stesso IMC. Viene considerato sottopeso un valore inferiore al 5° percentile, normopeso se compreso tra il 5° e l’85°, sovrappeso tra l’85° e il 95°, obeso sopra il 95°.
Queste tabelle possono essere delle facili e pratiche risorse che il genitore può utilizzare per valutare la condizione fisica dei bambini, anche perché spesso vi è difficoltà nel riconoscere un eccesso ponderale del proprio figlio, ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo.
L’alimentazione è di precipua importanza nella fase di accrescimento. Basti pensare come il peso corporeo triplichi e il grasso corporeo duplichi nel primo anno di vita. Alcuni studi hanno oorrelato l’aumento di grasso corporeo e la durata dell’allattamento al seno nel primo anno di vita come importanti predittori di sovrappeso futuro. Il peso alla nascita e il peso acquistato nei primi sei mesi sono positivamente associati al sovrappeso all’età di 5 e 14 anni. (4).
Un ulteriore valore che possiamo utilizzare è l’adiposity rebound (non sono anglofila ma in italiano si traduce come ritorno di adiposità e non suona molto bene). Essa descrive il punto di inflessione tra un andamento di IMC discendente e ascendente che si osserva tra i 5 e i 7 anni. Prima esso si verifica maggiore è il rischio di sviluppo di sovrappeso nella vita.
Ultimo dato su cui riflettere: la metà dei bambini sovrappeso in età scolare rimangono in sovrappeso in età adulta. Il rischio è dalle 3 alle 10 volte maggiore se il peso del bambino supera il 95° percentile.
Le tabelle che ho riportato possono aiutarvi nel fare un check-up della classe di peso di vostro figlio o nipote. Spero sia uno stimolo per prestare maggiormente attenzione all’alimentazione dei vostri figli, assicurandovi che l’andamento della curva di crescita sia regolare e insegnando loro a prendersi cura di sé anche attraverso l’alimentazione, essa fornisce i mattoncini per costruire la sede del nostro io.
- Preventing and Managing the Global Epidemic of Obesity. Report of the World Helath Organization Consultation of Obesity, WHO, Geneva, June, 1997.
- Alberti KG et al, The metabolic syndrome—a new worldwide definition, IDF Epidemiology Task Force Consensus Group, Lancet. 2005 Sep 24-30;366(9491):1059-62.
- Stratz C. H., BER KöRPER DES KINDES, FAR ELTERN, ERZIEHER, ARZTE UND KüNSTLER, 2^ Edizione. Stuttgart, F. Enke, 1904
- Mamun AA, Lawlor DA, O’Callaghan MJ, et al. Family and early life factors associated with changes in overweight status between ages 5 and 14 years: findings from the Mater University Study of Pregnancy and its outcomes. Int J Obes (Lond) 2005; 29(5):475–482.