Siamo obiettivi nell’individuare la condizione fisica dei nostri figli?
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La scorsa settimana abbiamo visto come utilizzare degli strumenti appositi (le curve di crescita del peso) per valutare l’andamento del peso dei bambini e adolescenti fino ai 18 anni. A tal proposito avevo accennato della capacità più o meno presente dei genitori di riconoscere la classe di peso dei propri figli. Lo studio di cui vi vorrei parlare oggi tratta proprio questo argomento (1).

Sono stati intervistati 1461 coppie di genitori, 1098 famiglie e 1106 genitori di bambini osservando come la capacità di riconoscere lo stato di peso eccessivo nei bambini, espressa come rischio di sovrappeso o sovrappeso vero e proprio, vari molto.

I ricercatori hanno avanzato l’ipotesi che questa incapacità possa riflettere un’incapacità generale di distinguere un peso normale da uno anormale a causa dell’aumento della prevalenza di individui sovrappeso nella popolazione.

Lo studio era così condotto: venivano mostrate ai genitori 12 fotografie di bambini di 4 età diverse, infanti, lattanti (1-3 anni), 4-6 anni e 10-12 anni, chiedendo se il bambino fotografato fosse sottopeso, normopeso, a rischio di sovrappeso o sovrappeso.

Successivamente venivano mostrate tutte le foto di una categoria di peso e chiesto di scegliere la fotografia che meglio rappresentasse secondo il loro giudizio l’ideale di peso corporeo per la categoria di età.

Infine i genitori dovevano esprimersi rispetto alla condizione del peso corporeo del proprio figlio, scegliendo se esso rientrasse nella categoria del sottopeso, normopeso, a rischio di sovrappeso oppure sovrappeso.

Sono stati raccolti peso e altezza dei genitori e dei figli in esame, dai quali è stato calcolato l’Indice di Massa Corporea (BMI), che ricordo si ottiene dividendo il peso in chili per l’altezza in metri al quadrato (se non ricordate date di nuovo un’occhiata qui).

I genitori di bambini normopeso o sottopeso al di sopra dei 4 anni sono risultati maggiormente capaci di individuare la categoria di peso giusta per i propri bambini rispetto ai genitori di bambini più piccoli a rischio di sovrappeso o sovrappeso.

I risultati hanno inoltre evidenziato come vi era una differenza tra la capacità dei genitori di definire la condizione fisica dei propri figli rispetto ai non-figli. I genitori hanno una percezione unica e specifica dei propri bambini. Se ne deduce che la non applicazione di criteri oggettivi nei confronti dei propri figli può riflettere una franca negazione o non volontà di accettare la condizione fisica di essi. Questo potrebbe dipendere da come i genitori concepiscono l’alimentazione sia per se stessi sia per i propri figli (pensieri, pregiudizi, rigidità, superficialità, scarsa cura nella selezione e preparazione dei pasti ecc…) e dalla difficoltà ad accettare gli sbagli. Commettere degli errori, infatti, non vuol dire essere dei cattivi genitori. E’ necessario, però, avere una mentalità flessibile e recettiva verso le esigenze dei piccoli.

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Un altro studio (2) mostra come le madri non credano che i loro bambini siano sovrappeso se sono attivi, hanno una dieta sana e un buon appetito. Un ulteriore studio (3) mostra come la preoccupazione per la salute dei figli da parte dei genitori sia associata maggiormente al livello di attività dei loro figli piuttosto che al loro peso. Questo comportamento potrebbe dipendere dal pensiero culturale che dice che  più i bimbi mangiano più stanno bene e che l’attività fisica compensa l’eccesso di cibo. Ovviamente è un falso pensiero, bisogna invece regolare e bilanciare la quantità di cibo  rispetto al fabbisogno del bambino, senza tuttavia essere troppo rigidi o restrittivi.

Le conclusioni dell’articolo esprimono la necessità di coinvolgere i genitori nella riduzione del peso e il mantenimento di un peso sano. I genitori hanno infatti una forte influenza nell’introito alimentare dei figli e sul loro livello di attività. Inoltre il grado di incoraggiamento da parte dei genitori risulta importante per l’adozione di abitudini alimentari e di attività fisica sane da parte dei figli. D’altro canto non è possibile adottare e spronare i propri figli ad abitudini migliori se non si riconosce in primo luogo la condizione di sovrappeso.

I pediatri e gli altri clinici impegnati in valutazioni a cadenza regolare dei vari membri della famiglia devono impegnarsi nel promuovere e incoraggiare una percezione sana del peso e rafforzare la consapevolezza del peso corporeo dei figli.

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1) Huang, J.S., et al, Parental ability to discriminate the weight status of children: Results of a Survey, Pediatrics, 2006.

2) Jain A, Sherman SN, Chamberlin LA, Carter Y, Powers SW, Whitaker RC. Why don’t low-income mothers worry about their preschoolers being overweight? Pediatrics. 2001;107: 1138–1146.

3) Eckstein KC, Mikhail LM, Ariza AJ, Thomson JS, Millard SC, Binns HJ. Parents’ perceptions of their child’s weight and health. Pediatrics. 2006;117:681–690.

#Educational13 maggio 2016