Per valutare il buono andamento di un percorso di dimagrimento non basta quindi la bilancia, ma occorrono anche il metro per le circonferenze, il plicometro per la misura diretta del tessuto adiposo sottocutaneo e l’analisi impedenziometrica. Con quest’ultima analisi è possibile individuare in che misura i tessuti magri, il tessuto adiposo e i liquidi corporei (intra ed extra-cellulari) contribuiscono al peso totale.
Chiarito il concetto di dimagrimento, chi mi conosce sa che suggerisco sempre di abbinare ad un equilibrato piano alimentare l’esercizio fisico. Ma perché è così importante nel percorso di dimagrimento? Beh, le ragioni sono molteplici e le ricerche scientifiche sempre più confermano l’Importanza dell’attività fisica al di là della mera capacità di sintesi muscolare. L’attività fisica in tutte le sue espressioni permette il mantenimento e lo sviluppo del tessuto muscolare, riduce l’infiammazione, migliora la circolazione, allevia dolori articolari, sostiene e protegge il tessuto osseo, rafforza cartilagini e legamenti, induce un dispendio energetico, migliora la sensibilità insulinica e la tolleranza al glucosio, e molto altro ancora tra cui la capacità di farci sentire meglio, contribuendo al nostro benessere fisico e psicologico. Non basta un semplice elenco per esprimere le potenzialità dell’esercizio fisico e non sono sicuramente la persona più competente per parlarne, tuttavia sono rimasta estremamente affascinata dal ruolo della miochina irisina durante uno degli ultimi congressi ai quali ho partecipato. Non sto parlando di una distinta signora russa, ma di una molecola sorprendente prodotta in seguito ad attività fisica.
L’irisina, il cui nome deriva da Iris, messaggera degli dei greca, è una molecola forse sconosciuta ai più che svolge nell’organismo un ruolo ormonale, per il quale viene definita ‘miochina’ (messaggero prodotto al livello del tessuto muscolare). Sempre più stiamo andando incontro al concetto di tessuto muscolare come organo endocrino al pari del tessuto adiposo. Oggi sveliamo una delle molteplici capacità dell’organo endocrino ‘tessuto muscolare’, di cui è mediatrice l’irisina. Questo polipeptide (sequenza di aminoacidi), individuata nel 2012 da un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School (1), promuove la produzione di calore con il relativo dispendio energetico e la trasformazione del tessuto adiposo bianco in tessuto adiposo bruno, niente di meno!
Molto probabilmente non avete mai sentito parlare della differenza tra tessuto adiposo bianco e bruno, al massimo di quella tra tessuto adiposo sottocutaneo (SAT) e viscerale (VAT). Entrambe le tipologie (VAT e SAT) sono costituite da tessuto adiposo bianco. Il tessuto adiposo bruno è presente in maggior misura nei neonati rispetto all’adulto. La funzione di questo tessuto è la produzione di calore a discapito di energia. Nei neonati l’esigenza di produrre calore è maggiore in quanto più alto il rapporto superficie volume con la conseguente maggior dispersione di calore. La differenza fondamentale del tessuto adiposo bruno rispetto al bianco risiede nella sua funzione, difatti l’abbondanza di mitocondri ricchi di UCP1 (vedi più avanti) lo rendono più propenso alla dispersione energetica, nonché più scuro (quasi marrone). I mitocondri del tessuto adiposo bruno sono ricchi di UCP1 (proteina di disaccoppiamento 1, in passato definita termogena, termine più intuitivo del suo ruolo). Questa proteina permette la dispersione di energia sotto forma di calore. I due tessuti adiposi si presentano quindi ai poli posti, non solo per le caratteristiche cromatiche ma anche per la principale funzione che li caratterizza, da un lato conservazione dell’energia (tessuto adiposo bianco), dall’altro dispersione (tessuto adiposo bruno).
Quindi non tutto il tessuto adiposo è uguale ma soprattutto esiste un tessuto adiposo utile in caso di dimagrimento! Bene, come fare per stimolare la produzione di calore a livello del tessuto adiposo bruno? Fino a qualche tempo fa si pensava che solo l’esposizione al freddo determinasse aumento della funzione del tessuto adiposo bruno e di conseguenza perdita di calorie. Da qui deriva il consiglio di alcuni autori di utilizzare impacchi di ghiaccio a livello cervicale (luogo di maggiore concentrazione di tessuto adiposo bruno) per stimolarne la funzione. Al di là della difficoltà a reperire persone disposte a farlo (provate per credere!), l’effetto risulta comunque limitato. In qualche modo eravamo quindi rassegnati all’incapacità di utilizzo della potenzialità del tessuto adiposo bruno.
Tutto questo fino alla scoperta dell’irisina! Difatti questa miosina ha dimostrato la capacità di convertire il tessuto adiposo bianco in tessuto adiposo bruno. Questa capacità è rivoluzionaria in quanto non si tratta solamente di stimolare la produzione di calore del tessuto adiposo bruno presente, ma di aumentare la quantità dello stesso. Ribadisco come l’attività fisica risulti ad oggi l’unico modo per stimolare la produzione di irisina riuscendo a sfruttarne le meravigliose funzionalità. Un motivo in più per consigliarvi l’attività fisica, in un percorso di dimagrimento così come per altre necessità grazie ai vari benefici che apporta. Cercate di muovermi quanto più potete e con un’attività fisica che vi piace, ne trarrà così beneficio anche la vostra psiche. Affidatevi a persone competenti che possano supportarvi al meglio secondo le vostre esigenze.
Ma le qualità dell’irisina non si concludono qui, difatti è stato osservato il ruolo dell’irisina nella stimolazione di BDNF (brain derived neurotrophic factor), coinvolto nella sopravvivenza, lo sviluppo e la differenziazione di nuovi neuroni, nonché nell’omeostasi del tessuto osseo, confermando l’importanza dell’attività fisica in caso di osteoporosi e osteopenia (2).
Bibliografia:
1) Boström P. et al, A PGC1α-dependent myokine that drives browning of white fat and thermogenesis, 2012, Nature. ; 481(7382): 463–468.
2) Colaianni G et al, Irisin and musculoskeletal health, 2017, Ann. N.Y. Acad. Sci.