Alimentazione disintossicante: cosa vuol dire e come farlo al meglio (parte I)
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La primavera suscita la voglia di dare nuovo respiro a vari aspetti della nostra vita, tra cui il corpo. L’organismo tuttavia, spinto spesso oltre la propria ‘comfort zone’ da numerosi fattori come lavoro, impegni, una cattiva alimentazione, necessita di ripristinare l’equilibrio ottimale per funzionare al meglio. La disintossicazione secondo me racchiude l’obiettivo di potenziare l’organismo e fornire tutti gli strumenti per espletare al meglio le sue svariate funzioni, non semplicemente rimediare agli sgarri compiuti nel periodo invernale dove, da prima il Natale, poi il carnevale e infine la Pasqua, le occasioni per eccedere con i bagordi non sono mancate (consigli per regolarsi nei momenti di festa ne avevo parlato qui e qui). Vediamo come eliminare gli eccessi, colmare le lacune e fornire gli elementi giusti al nostro organismo per funzionare al meglio.

Disintossicarsi è ristabilire l’equilibrio del corpo, cercando di ridurre al minimo tutte le fonti di possibile danno e in parallelo fornire i vari strumenti per rispondere adeguatamente ai continui attacchi. Letteralmente ci si disintossica da una sostanza appunto ‘tossica’, ma è possibile estendere questo concetto anche a fattori immateriali come le ansie, le preoccupazioni, in genere tutti i fattori stressogeni che possono alterare il nostro equilibrio interiore.

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In primo luogo vorrei sottolineare come sia impossibile farlo al 100%, a meno che non si conduca una vita rurale, lontana dal contesto cittadino e da qualunque apparecchio elettronico, ma anche da possibili stressori fisici come la deprivazione prolungata di cibo; insomma l’unico modo sarebbe quello di abitare come eremiti su una montagna lontano da ogni fonte di inquinamento ma con buona disponibilità di tutte le necessità fisiche e psicologiche. Questa situazione ideale, lontana dalla nostra realtà ci fa capire che bisogna da un lato accettare l’inevitabile contaminazione da parte del mondo nel quale siamo immersi e che ci espone continuamente a fattori tossici, dall’altro impegnarsi per preparare il nostro corpo a difendersi al meglio.

Abbiamo capito che quando parliamo di disintossicazione essa può essere intesa nei confronti del lavoro, dello stress, di una sostanza (come il fumo), di energie negative. Le sfaccettature sono infinite ed ognuno deve trovare i propri ‘filtri’ se così possiamo chiamarli che permettano di trovare il giusto equilibrio. Ad esempio riuscire a dire dei no in ambito lavorativo, delegare alcune delle proprie attività, smettere di fumare, attuare delle tecniche di rilassamento ma anche semplicemente dedicarsi ad un’attività ce ci fa stare bene.

In quanto nutrizionista vorrei concentrarmi sull’importanza dell’alimentazione. Cosa, come e quanto mangiamo possono spostare l’asticella in maniera importante, quindi impostando un’alimentazione adeguata e personalizzata è possibile ripristinare equilibrio e benessere.

Quotidianamente il nostro metabolismo produce sostanze tossiche definite radicali liberi in seguito a reazioni ossidative, che possono apportare numerosi danni alle cellule come perossidazione lipidica, danni ossidativi al DNA, danni alle proteine. L’organismo si difende dall’attacco dei radicali liberi grazie alle difese anti-ossidanti. Capite quindi l’importanza degli antiossidanti del nostro corpo, capaci di aumentare le difese e combattere lo stress ossidativo. Parallelamente veniamo esposti a sostanze chimiche esterne dette xenobiotici, attraverso l’alimentazione e non solo, che vengono smaltiti attraverso le stesse modalità delle sostanze endogene.

La funzione disintossicante epatica

Gli xenobiotici sono sostanze tossiche esogene che l’organismo deve espellere. Pensate che in Europa così come negli Stati uniti circa 80 000 sostanze chimiche sono ad oggi utilizzate (2). L’organismo possiede un centinaio di enzimi in numerosi tessuti per difendersi da esse, ma un ruolo da protagonista è rivestito dal fegato. Esso esplica la funzione in due step, definiti fase I e fase II, per facilitare l’allontanamento di queste sostanze dall’organismo. Nella prima fase le sostanze vengono attivate aggiungendo gruppi funzionali alla molecola di origine, mentre nella fase II il metabolita intermedio viene coniugato con una molecola per formare un composto di maggiori dimensioni, maggiormente carico e solubile e quindi più facile da espellere con le urine o con le feci.

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La prima fase detta di attivazione, consiste solitamente in una reazione di ossidazione dove il metabolita diventa spesso maggiormente reattivo e instabile del composto originario. La seconda prevede la coniugazione con una molecola endogena, che aumenta l’idrofilicità (solubilità in acqua) del composto rendendolo di più facile espulsione dal corpo. Queste reazioni prevedono la coniugazione con molecole dove i composti polari determinano aumento delle dimensioni, della carica e della solubilità del prodotto finale. I substrati endogeni utilizzati comprendono, tra gli altri, gruppi solfato e glutatione.

Il primo passo che possiamo fare è quello di arricchire la nostra alimentazione di zolfo e glutatione o dei loro precursori assicurandoci così una buona capacità di espulsione di xenobiotici.

Lo zolfo è infatti riconosciuto come minerale fondamentale nei processi di disintossicazione e salute generale (1). Una sua carenza è associata anche con iperomocisteinemia, causa di malattie cardiovascolari. Lo zolfo è presente nelle proteine della dieta che includono pesce, manzo e pollo biologico o allevato ad erba, olio di oliva e di cocco, rucola, canapa, broccoli, cavoletti di Bruxelles, alghe blu-verdi (come la spirulina), semi di zucca, polline, cavolo riccio.

Lo zolfo è presente inoltre nella molecola del glutatione. Esso è prodotto naturalmente dal nostro corpo a partire da tra aminoacidi: cisteina, acido glutammico e glicina. Alimenti ricchi in glutatione sono: avocado, cocomero, asparagi, pompelmo, patate, fragole, pomodori, arance, melone, carote, spinaci, pesche. Ricordo come il calore purtroppo degrada completamente la molecola. Il glutatione è la più potente molecola anti-ossidante dell’organismo, la cui sintesi, funzione e attività eludono da questo articolo, per la vastità dell’argomento che richiederebbe un articolo a sé.

L’integrazione di glutatione oppure del suo precursore l’N-acetilcisteina è in alcuni casi consigliabile per aumentare il potere anti-ossidante del corpo e l’eliminazione dei radicali liberi.

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Oltre a fornire al fegato i substrati adeguati per espletare la sua funzione di espulsione degli xenobiotici è possibile migliorare la funzionalità dell’organo attraverso una serie di sostanze. Tra di esse le crucifere e quindi cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles aumentano la fase II di disintossicazione epatica, insieme alla curcumina (principio attivo della curcuma) e alla famiglia delle liliacee che comprende aglio, cipolla, scalogno, porro e erba cipollina. Il rosmarino aumenta nello specifico l’attività della glutatione-S-trasferasi, enzima della fase II.

L’origano sembra avere un’azione epato-protettrice, insieme agli asparagi e ai carciofi (che hanno anche azione coleretica ovvero di aumentata escrezione degli acidi biliari).

Volete disintossicare il vostro corpo? Arricchite l’alimentazione degli alimenti sopracitati, l’elenco è lungo quindi non avete più scuse per rimandare. Nel prossimo articolo continueremo ad esplorare modalità di protezione e potenziamento delle capacità anti-ossidanti del corpo attraverso l’alimentazione.

  1. Y. Ingenbleek et al, Nutritional Essentiality of Sulfur in health and Disease, Nutrition Reviews 71, no.7 (2013):413-32.
  2. VJ Brown, REACHing for chemical safety, Environ Health Prospect, 111, 2003 A766-A769.
#Educational12 aprile 2016