Il mercurio è un metallo rilasciato nell’ambiente, dove subisce trasformazioni complesse, sia da fonti naturali che artificiali. Esso è presente in 3 forme distinte: mercurio elementare o metallico, mercurio inorganico e mercurio organico. Il metilmercurio è la forma di mercurio organico più comune nella catena alimentare ed anche la più tossica. Un contributo da non sottovalutare è l’inalazione di vapori di mercurio elementare dalle amalgame dentali (quindi vi consiglio di chiedere al vostro dentista se avete un impianto dentale contenente mercurio nella vostra bocca)
Quali sono le conseguenze di esposizione cronica a metilmercurio?
Fra di esse si hanno alterazioni della funzionalità renale, della memoria, problemi motori e della coordinazione. Quelle elencate si riferiscono alla popolazione generale, ma come dicevo precedentemente l’esposizione in particolari fasi della vita determina un maggiore rischio. Stiamo parlando di donne in gravidanza, in allattamento e dell’infanzia. Il metilmercurio ha la capacità di oltrepassare la barriera ematoencefalica e placentare causando danni a carico del sistema nervoso centrale e allo sviluppo del feto che comprendono l’alterazione dello sviluppo psicomotorio fino a grave ritardo mentale del nascituro.
Gli alimenti maggiormente interessati da elevate concentrazioni di metilmercurio sono i prodotti ittici. Il metilmercurio si lega specificamente allo zolfo contenuto negli aminoacidi solforati del muscolo del pesce, distribuendosi in tutto il tessuto muscolare dell’animale. Non è possibile quindi separare porzioni di pesce contenenti mercurio da altre prive. I pesci maggiormente ricchi di metilmercurio sono quelli che si posizionano più in alto nella catena alimentare. Maggiore dimensione, maggiore durata della vita dell’animale, maggiore possibilità di migrare in acque più inquinate… risultato: maggiore accumulo di mercurio.
I campioni analizzati pari a 46, hanno evidenziato un contenuto di mercurio medio pari a 0,63 mg/kg. Quelli più contaminati sono risultati i campioni di smeriglio con una media di 1.10 mg/kg. Solo una decina si sono aggiudicati una valutazione positiva, non superando la dose settimanale tollerabile nel caso di un bambino di 10 anni, tra essi pesce spada e tonno, soprattutto a pinne gialle.
Detto questo, dobbiamo evitare di mangiare pesce?
No, il pesce è un ottimo alimento, ricco di proteine nobili, di facile digestione, ricco di minerali preziosi come lo zinco, di vitamine di cui sempre più abbiamo bisogno come la D e di ottimi grassi insaturi come gli omega-3 ad azione anti-infiammatoria, cardioprotettrice e di miglioramento del signaling cellulare (per il loro contributo alla fluidificazione della membrana plasmatica). Il pesce è un alimento fondamentale della nostra alimentazione, tuttavia è opportuno effettuare una scelta oculata. Nella seconda parte di questi articoli dedicati al pesce parleremo di un altro importante criterio di scelta ovvero la ricchezza di omega-3. Vedremo le concentrazioni nelle diverse specie ma anche la modalità di accrescimento del pesce stesso (naturale o di allevamento), che incide in maniera fondamentale nella definizione del quadro lipidico della carne.
I dati europei mostrano come l’introito settimanale di pesce determina un’assunzione di metilmercurio al di sotto di quello stabilito dalla legge, quasi per tutti gli individui a parte per i più piccoli, ovvero al di sotto dei 6 anni. Questo ultimo dato non è da sottovalutare! Come ho precedentemente scritto in questo articolo i limiti stabiliti dalla legge per il consumo della dose giornaliera ammissibile di una determinata sostanza (in questo caso di pesce in relazione alla concentrazione di mercurio) sono calcolati in rapporto al peso di un individuo adulto e considerando una frequenza media di consumo. Se il peso è molto più basso (come nel caso dei bambini) oppure la frequenza di consumo è molto più elevata, capite bene che tutto cambia!
A proposito di tonno che dire di quello in scatola?
Il primo consiglio è: evitate quello in scatola! Preferite quello conservato in barattoli di vetro in quanto la latta nel tempo può rilasciare bisfenoli (distruttori endocrini). Inoltre prediligete che il liquido di conservazione sia olio d’oliva, meglio se extra vergine. Infine guardate qui per un’ottimo report sul binomio qualità e sostenibilità del tonno in scatola.
Quali consigli finali per concludere?
La popolazione generale dovrebbe consumare solo 1 volta a settimana pesci di grandi dimensioni, più contaminati da metilmercurio. Questo non significa che la vostra assunzione di pesce debba concludersi qui, è importante che la vostra alimentazione ne abbia un adeguato apporto e varietà ma a partire da specie meno contaminate. Optate quindi per pesci di minori dimensioni, del bacino mediterraneo come il pesce azzurro che garantiscono una maggiore freschezza. A supporto di questa teoria c’è anche la questione economica: i pesci di grossa taglia, sempre meno numerosi nei nostri mari, a causa di pratiche di pesca scorrette, sono spesso quelli verso i quali il consumatore si orienta per la loro facile e rapida preparazione e consumo. Tutti questi fattori hanno naturalmente favorito il rialzo dei prezzi e quindi riducendo il loro consumo farete un favore all’ambiente e anche al vostro portafoglio!
Se invece desiderate una gravidanza, siete in dolce attesa, in allattamento oppure avete bambini piccoli evitare i pesci di grandi dimensioni, che come detto precedentemente possono apportare danni al sistema nervoso e allo sviluppo del feto.
Bibliografia:
- Barone, G., et al, Assessment of mercury and cadmium via seafood consumption in Italy: estimated dietary intake (EWI) and target hazard quotient (THQ), Jun 2015, Food Additives % Contaminants: Part A.
- Pesci e Mercurio, 2014, Altroconsumo.