Cosa aspettarsi da un percorso di educazione alimentare?
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C’è chi si rivolge ad un professionista dell’alimentazione solo per perdere qualche chilo, chi invece vorrebbe risolvere condizioni fisio-patologiche importanti. Qualunque sia il vostro caso, cosa vi aspettereste da un percorso di educazione alimentare? Questa domanda non è banale, tanto meno la risposta.

Un valido percorso di educazione alimentare non si ferma alla superficie ma dovrebbe, confermato dalle più recenti ricerche, prevedere un approccio globale e olistico, che supporta e inquadra la persona nel suo complesso.

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L’alimentazione si inserisce in un contesto più ampio, poiché la persona è un’unicum ed è impossibile separare in compartimenti stagni i diversi fattori che la influenzano e la caratterizzano. Per fare un esempio banale: in base alle caratteristiche fisiche di una persona posso ipotizzare un’alimentazione perfettamente bilanciata e calibrata al milligrammo, ma se risulta impossibile per questa persona seguirla, perché lavora fuori casa tutta la settimana, o ha determinati impegni famigliari/lavorativi sarebbe inutile proporla, consapevole che la persona non la inizierebbe neanche oppure riuscirebbe a condurla per un periodo molto breve.
Da qui si evidenziano i primi due punti fondamentali di un percorso alimentare consapevole: la flessibilità e il cambiamento delle abitudini alimentari nel lungo termine. La flessibilità permette di adattare i consigli di buona alimentazione in qualsiasi contesto la persona si trovi, ad esempio fornire gli strumenti per delle scelte consapevoli al ristorante, a mensa o ad un pranzo in famiglia, così come inserire dei momenti di libertà alimentare che permettano di mantenere l’aspetto sociale legato all’alimentazione senza sensi di colpa o rimorsi. Della flessibilità e di un approccio intuitivo all’alimentazione parlerò a breve in un nuovo articolo, quindi rimanete in contatto.
Solo attraverso la flessibilità e il cambiamento delle abitudini è possibile apportare dei benefici per l’organismo duraturi, se alcuni consigli alimentari sono sconsigliati nel lungo termine bisognerebbe chiedersi il perché! Detto questo certamente si presentano delle situazioni in cui il professionista può consigliare un approccio alimentare temporaneo propedeutico ad esempio a sbloccare uno stallo metabolico o specifico in alcune condizioni come la sindrome dell’intestino irritabile (per un approfondimento leggere qui e qui), tuttavia il percorso deve necessariamente prevedere l’insegnamento di un’alimentazione bilanciata, sana, equilibrata e di qualità che supporti l’individuo e lo renda autonomo nella gestione delle proprie necessità.

 

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Il terzo punto focale è adattare l’alimentazione alla persona, elemento che riprende il concetto di flessibilità, così da cucire in maniera sartoriale l’alimentazione più adatta alle esigenze fisiche ma anche pratiche del singolo, perché è quest’ultimo che nel quotidiano deve mettere in atto i cambiamenti e se tutto ciò dovesse risultare estremamente articolato e difficoltoso non sarebbe sostenibile. Per questo è altrettanto importante la gradualità. Spesso consiglio, qualora si abbia difficoltà ad apportare dei cambiamenti, di attuarli uno per volta, aspettando che quello precedente sia diventato un’abitudine naturale. Se la persona si vedesse modificare radicalmente le sue abitudini quotidiane potrebbe spaventarsi e non iniziare neanche.
Parallelamente risulta esaltante osservare come il gusto delle persone si modifichi profondamente col tempo (non occorrono mesi, basta qualche settimana), spingendo le stesse a scegliere in maniera autonoma alimenti più naturali, meno elaborati e di maggiore qualità riconoscendo la freschezza, i gusti originali e evitando parallelamente artificialità e gusti eccessivamente articolati.

Il quarto punto basilare è l’alleanza e la collaborazione tra professionista e paziente. Un giorno un paziente mi disse che nei nostri colloqui si sentiva completamente a suo agio e mai giudicato, questo è molto importante affinché la persona si apra e non opponga resistenza al cambiamento. A questo punto è importante soffermarsi sul ruolo che l’alimentazione ha nella nostra vita, poiché essa è molto più di un insieme di elementi in grado di donarci calorie, è legata a doppio filo a emozioni, sentimenti, aspettative, può diventare strumento di ricatto, rifugio da ansie e preoccupazioni nonché modo di riempire un vuoto interiore. Le suddette caratteristiche, seppur riscontrabili principalmente nei disturbi alimentari, possono presentarsi in forme più lievi e passeggere nella maggior parte delle persone. Ne consegue che gli alimenti possono diventare per alcuni un concentrato di elementi benefici dalle capacità miracolose trasformando l’alimentazione in una complessa prescrizione dalle proprietà medicali. Per altri viceversa l’alimentazione è cosa quasi superflua, non si presta attenzione a ciò che si mangia lasciando al caso (o forse sarebbe meglio dire al caos) la propria dieta.

 

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Per fare un po’ di ordine, come dovremmo concepire la nostra alimentazione e come un professionista del settore potrebbe aiutarci? L’alimentazione è qualcosa alla quale non possiamo rinunciare, anzi abbiamo a che fare con essa tutti i giorni, più volte al giorno quindi far finta che non abbia importanza risulterebbe ipocrita e irreale. Parallelamente il ruolo dell’alimentazione nel miglioramento del benessere psico-fisico è sempre più riconosciuto e sottolineato scientificamente: essa influenza il sistema immunitario, le performance fisiche e cerebrali, ha un ruolo chiave in praticamente tutte le patologie acute e croniche, nel processo di invecchiamento e programmazione genetica solo per fare alcuni cenni. Ne consegue che personalizzare la propria alimentazione per esprimere al meglio le potenzialità individuali rappresenta un grande vantaggio. Per fare questo è fondamentale rivolgersi a personale qualificato e aggiornato, difatti stiamo parlando di una scienza medica che prevede una continua evoluzione in base alle ultime ricerche scientifiche.

Tornando alla domanda dalla quale è scaturito questo articolo, cosa aspettarsi da un percorso di educazione alimentare? Tutto ciò di cui abbiamo parlato fin qui: un supporto globale e duraturo nel percorso di scelte alimentari e di vita consapevoli volto al miglioramento del benessere psicofisico della persona. Nel primo colloquio possono presentarsi domande alle quali non siamo preparati, non sono casuali servono a completare il quadro di strumenti necessari al professionista per suggerire consigli specifici e ideati ad hoc per la persona. Gli effetti benefici dell’alimentazione possono essere innumerevoli, per citarne alcuni: vitalità, benessere, energia, aumento delle performance fisiche e mentali, miglioramento della funzionalità intestinale e di quella digestiva, miglioramento di condizioni infiammatorie come dolorabilità e mal di testa, miglioramento di condizioni fisio-patologiche, dimagrimento, aumento della fertilità, etc. Sicuramente è importante essere pronti a fare dei cambiamenti nelle proprie scelte alimentari e nelle abitudini di vita, difatti non si parla solo di alimentazione ma anche di attività fisica, stress, ansia e molto altro.

Sei pronto a tutto questo? Ti assicuro che una volta iniziato non vorrai più tornare indietro!

 

#Educational29 aprile 2019